
Ahinoi la giornata inizia in bagno... come la notte... Dimitri è colpito da diarrea del viaggiatore... e al momento della partenza è cotto... proviamo a pedalare lo stesso, senza tanta convinzione, perché è consigliabile in ogni caso cambiare sistemazione (quella della notte non è igienicamente adatta). Facciamo sempre molta attenzione a quello che mangiamo e alla pulizia della mani ma in Perù l'igiene non è tra le prime preoccupazioni della gente; inoltre dobbiamo ricorrere ai "comedor", ristoranti di infima categoria con piatto unico (si chiama menù esecutivo) perché nelle zone remote in cui siamo non ci sono supermercati o alimentari: qui ognuno si produce quello che mangia, l'economia è di sussistenza.

Torniamo al Disu... la giornata è impegnativa: 85 km, dislivello di 1600 metri e un passaggio a 4150 metri. Dimitri accetta due pastiglie di loperamide, un litro e mezzo di coca-cola e integratori a base di porcherie varie. E si parte.
Saliamo molto molto lentamente ma in modo continuo come il mal di pancia del Disu. A pausa pranzo consumiamo solo crackers e biscotti (oltre ad una barretta energetica per Dimitri) che per la stanchezza di addormenta 15 minuti nella canaletta di scolo dell'acqua a bordo pista naturalmente vuota dove si era accovacciato per proteggersi dal vento (ci sono canalette di scolo profonde mezzo metro).

Intorno a noi montagne a perdita d'occhio, silenzio, vento e... nuvoloni in arrivo.
Ridestatosi dal torpore, il Disu si caccia in bocca una pastiglia di guaranà... e non c'è più storia... Non lo si vede più fino a quota 4000!!! Risorto improvvisamente!
Superata la quota 4000 come previsto comincia l'altopiano (come l'altro giorno - abbiamo 3 passaggi simili in serie da superare) e... la tempesta...
Prima un fenomeno stranissimo: grandina col sole... grandine grande come chicchi di riso... non bagnano, ti rimbalzano addosso e cadono sull'asfalto caldo (ci sono 14 gradi) dove si sciolgono e lasciano salire una nebbiolina di vapore... poi però arriva la tempesta vera: ghiaccio, acqua e vento per 20 minuti con la temperatura che precipita a 7 gradi... dura fino a quando arriviamo in cima... 4150... poi solo vento e... 40 km di discesa fino a Andahuaylas... sfrecciamo giù come siluri per tornare nel tepore dei 18 gradi... passiamo tra pastori con le greggi, cani che ci inseguono (uno grosso di para davanti ad Alberto che per un pelo non gli tira un calcio in faccia senza volere) e - nei centri abitati - bambini che ci salutano al grido di "Gringos!" mentre le loro mamme, tutte in vestito tipico andino, sorridono (per una donna andina non c'è niente di più comico di un uomo in tenuta da bicicletta).
Arrivati in città Alberto imbuca la ruota posteriore in una fessura di un tombino (qui in formato andino) e spacca due raggi della ruota posteriore... Minghia... fortuna che davanti c'è un Hostal... dove prendiamo una camera per fare una doccia calda... davanti all'Hostal c'è anche un'officina di riparazione bici: 15 minuti e i raggi sono belli che sostituiti!
Un'altra giornata sulle Ande è andata...
Messaggio per Marta: dopo la doccia Dimitri ha espresso il desiderio di mangiare un pizza, abbiamo trovato una pizzeria e ha ordinato una pizza ai kiwi e ananas... il Disumano è tornato.
Dedicato a tutti quelli che dicevano che il Disu è invecchiato...