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Festa dei morti al cimitero di Vacas |
A colazione suor Cherubina ci parla di sé, della sua vita in America Latina e qui a Vacas.
Nata a Potenza, da 25 anni è in America Latina a lavorare con i bambini prima di Santiago del Cile e poi di San Paolo in Brasile.
È una donna forte, riflessiva e autoironica. Quando è nata, si è presentata di piedi e dice che forse è per questo che è "bastiancontraria"...
Da 14 anni è qui a Vacas e da 7 anni gestisce un asilo per 90 bambini da 0 a 5 anni che ogni mattina da lunedì a venerdì si occupa di andare in fuoristrada a recuperare nelle loro comunità e di riportare a casa a fine giornata.
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Puya raimondi |
In realtà l'asilo più che scopi formativi o ricreativi ha scopi nutrizionali e sanitaro. È un modo per salvare i bambini bisognosi dalla denutrizione e dalle malattie derivanti dalla scarsa igiene. Nonostante la quota a carico delle famiglie sia sostenibile e comunque volontaria, meno del 50% dei genitori lasciano che i bambini vadano all'asilo perché i bambini servono a casa, a lavorare. Qui i bambini lavorano "da quando mettono piede a terra"... inoltre il fatto che l'asilo individui i casi di maltrattamento o violenza sessuale non piace. Qui se un bambino perde un agnello al pascolo rischia la vita perché è probabile che venga massacrato di botte. I bambini - racconta - sono la cosa che vale meno: sono tanti e consumano più risorse di quelle che producono.
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Seni sacri agli Inca |
Inoltre il 90% dei bambini non ha una famiglia regolare: o il padre non li ha riconosciuti oppure è lontano per lavoro. Non di rado le madri sono minori e/o hanno più figli da uomini diversi. Ci racconta il caso di una ragazza disabile messa incinta due volte dal padre ubriaco il cui primo figlio è stato fatto sparire subito dopo la nascita e il secondo è vivo solo grazie all'intervento di Suor Cherubina. Non di rado le madri soffocano i neonati premendoli contro il seno durante l'allattamento e simulando morti in culla. Uccidere nella morale Inca non è riproveve. Infatti i "comandamenti" Inca sono solo tre: "non mentire", "non rubare" e "non essere pigro"; il resto è lecito.
L'asilo riceve rifornimenti alimentari dallo Stato boliviano ma solo per i bambini estremamente poveri e in quantità non sufficiente. Tutto il resto è a carico della Provvidenza: collette parrocchiali, parenti e amici, benefattori occasionali.
I finanziatori si stanno riducendo e Suor Cherubina non sa come si farà tra qualche mese ma si fida della Provvidenza.
Oggi è il giorno dei morti: andiamo a trovare Zaida al cimitero. Zaida era una bellissima bambina di 7 anni morta nel 2008 dopo una lunga agonia dovuta ad una gravissima malformazione cardiaca: abbandonata e portata a spalle all'asilo da un coetaneo, era stata adottata da Suor Cherubina che per due anni se n'è presa cura come una mamma, interessandosi per un intervento cardiochirurgico in tutto il mondo. Purtroppo non c'è stato niente da fare e - ci racconta - Zaida è morta qualche giorno prima della Prima Comunione.
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Con Suor Cherubina e Padre Enrique |
Torniamo dal cimitero a pomeriggio inoltrato e, dopo una buona pastasciutta, partiamo con suor Cherubina, le altre Sorelle e padre Enrique in fuori strada. Al crepuscolo ci portano su un altura: era l'estremo sud dell'impero Inca e oggi è un magnifico belvedere sulle Ande.
Nel viaggio di ritorno parliamo del rapporto tra sviluppo sociale e felicità delle persone: gli andini non hanno niente, in quechua i verbi al futuro non esistono, e loro ritengono di essere felici. Fino a che punto possiamo dire loro cosa devono fare per rincorrere ciò che noi chiamiamo "sviluppo"?
Forza suor Cherubina!
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