lunedì 20 ottobre 2014

Titicaca: una mezza delusione



Partiamo con un'ora di ritardo perché siamo chiusi nel nostro alloggio e ci tocca aspettare che arrivi qualcuno ad aprirci... in Italia si chiama sequestro di persona ma qui in Perù è normale.
Siamo carichi perché oggi è la giornata del Lago Titicaca!
Usciamo da Puno e ci accorgiamo che dobbiamo seguire la Panamerica Sur.
Il traffico è a dir poco molto intenso e la strada è maledettamente stretta: furgoni, autobus e camion ci fanno il pelo ad ogni secondo.
Come se non bastasse il fondo dei primi 30 km è ghiaino! Ci sono addirittura gli operai della strada che a badilate ributtano al centro della carreggiata il ghiaino finito a lato (mai visto nulla di simile).
Ma la cosa peggiore è che il Lago Titicaca è lontanissimo! Dobbiamo passare in un entroterra edificato in modo fatiscente e vediamo il lago solo dopo 87 km che percorriamo a staffetta per risparmiare energia perché il solito maledetto vento contrario c'è anche oggi.
Arriviamo a Juli e ci assicuriamo la nostra dose di "sbobba peruviana" di oggi: zuppa d'orzo con fagioli crudi e pesce di lago fritto (ma in realtà erano solo lische fritte): ora come sia possibile mangiare pesce di pessima qualità in riva al Titicaca solo i peruviani lo sanno.
Superato il paese finalmente vediamo il lago (ma solo per 15-20 km): è davvero immenso e di un colore blu mare; è increspato dal vento e le rive sono per lo più coltivate ma non edificate. Dall'altro lato - quello boliviano - svettano montagne innevate di 6000 metri. Purtoppo le spiagge del lago sono degli autentici immondezzai. Sapevamo che i peruviani hanno un rapporto molto "libero" con la spazzatura e lo sporco ma vedere questo scempio ci fa arrabbiare: ci verrebbe voglia di fermarci e ripulire (almeno perché non si veda nelle foto). Che peccato.
Alle 15 arriviamo nel paese di Pomata, "el balcon filosofico del altiplano", dove è in corso l'ennesima festa di paese e gli anziani insistono per farci bere la cerveza con loro... invito che rifiutiamo garbatamente. L'unico alloggio è quello comunale. Solo che chi se ne occupa arriva alle 17 e pare non ci sia doccia ma nessuno lo sa con certezza. Più che filosofi, qui ci sembrano tutti avvinazzati... Decidiamo di proseguire e arrivare a Yunguio dove giungiamo alle 17.30 dopo quasi 140 km di pedalata e oltre 500 metri di dislivello giornaliero... diciamo che lasciamo il Perù con la tappa più lunga: in due giorni abbiamo percorso 250 km contro vento.
Domani passiamo in Bolivia. Il viaggio entra nella sua parte centrale e più avventurosa.

5 commenti:

  1. prima o poi dovrete spiegarci questa storia di essere chiusi dentro la stanza. poi per quanto riguarda la spazzatura ....ricordatevi che anche qui da noi non c'è rispetto per niente e nessuno e lungo le strade (e anche i sentieri di montagna) si trova di tutto. è proprio una mancanza di civiltà ed educazione, che, a quanto pare, latita in tutto il mondo.

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  2. Quando tornerete a casa apprezzerete di più il lago di Garda , che è 20 volte più piccolo ma infinitamente più bello.

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  3. esplorazione ed avventura implicano anche delle imprevedibili situazioni ..........ciao e forza siete in gamba ciao

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  4. Cari figlioli, tutti hanno sempre detto che il lago Titicaca è il più alto nel mondo, ma nessuno, in effetti, lo ha mai definito un bel lago. Le delusioni nascono spesso dalle aspettative. Avanti sempre, grandi pazzoidi. Marcusen

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  5. Los encerraron!!? cómo es posible...jejeje
    No lo puedo creer!! Todo lo demás si lo creo, la basura y la ignorancia que se puede encontrar en esas regiones.

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