martedì 21 ottobre 2014

In Bolivia, un pomeriggio con Ana



Ce la prendiamo comoda e ripartiamo alle 8.30. La frontiera è a pochi chilometri e ci vogliamo fermare a Copacabana, 8 km più in là. Vogliamo vedere la mitica Isla del Sol, dove viveva l'Inca, l'imperatore.
Sbrighiamo le pratiche doganali, nonostante una miriade di israeliani prima di noi e arriviamo in paese. Mangiamo (e il primo pasto boliviano non è meglio dell'ultimo peruviano) e girando per il centro capiamo che alla Isla del Sol non si va in bici... c'è un "barco" che ti porta ma parte solo alle 8.30 e torna alle 17.30... dobbiamo rinviare la partenza per La Paz a dopodomani e andare all'Isla del Sol domani... e ora dobbiamo anche salvare il pomeriggio... Che fare? Andiamo a Rane Giganti del Titicaca (K'aira - in aymara - anfibio in pericolo di estinzione, che vive solo qui, raggiunge la lunghezza di 20 cm e che è stato reso noto dal mitico Jacques Cousteau)!
C'è una specie di tour guidato di turismo rurale che garantisce l'incontro... Si va!
Si parte in taxi... con il tassista, una signora di 60 anni in vestito tipico e bombetta andina, il marito e la figlia: questi ultimi due accomodati nel bagagliaio! Arriviamo in un paesino vicino dove capiamo che la signora in costume tipico e bombetta andina - Ana - sarà la nostra guida! Di etnia aymara, vive da sempre nel paesino ed è una delle 12 guide dell'associazione di turismo rurale! Mentre scendiamo verso il lago ci mostra le piante coltivate, compreso l'albero del "matrimonio" (nelle due versioni, verde per l'uomo e rosso per la donna), che si chiama così perché produce frutti che subito sembrano dolci e poi sono amari... "come il matrimonio" - dice sghignazzando: per essere una donna andina di una certa età è un personaggio, ma non finisce qui...
Arrivati al lago, fa svuotare dall'acqua (piovana, speriamo) una barca in legno da un signore che lavorava la terra sulla riva, ci invita a salire e... si mette al comando della barca! Con poderose vogate ci porta fuori dal canneto, ci mostra gli uccelli e i pesci e ci racconta di com'era un tempo il Titicaca... poi arriviamo ad una "isla flottante", un isola artificiale fatta di canne intrecciate (oggi sorretta da blocchi di polistirolo ben mimetizzati, ma un tempo fatta solo di canne, che qui chiamano "totora"). Su isole come questa ai tempi dei suoi nonni le famiglie vivevano! Saltati tutti sull'isola, Ana prende un retino, lo infila in una rete attaccata al bordo dell'isola e ne estrae tre grosse rane giganti! Sono così grosse che a fatica ci stanno in una mano. Infatti non solo possiamo toccarle, possiamo proprio prenderle in mano. Sono delicate e vellutate!
Non facciamo in tempo a rimettere le rane nella rete, che Ana estrae da una casupola all'angolo dell'isola dei salvagenti di canna intrecciata a forma di barca (detti "balsa"), veste Alberto da perfetto andino con tanto di chullo (il mitico berrettino con le orecchie), gli fa infilare il salvagente di canna e... si balla... mentre Ana canticchia un motivetto ritmico! Il salvagente è una decorazione da ballo per l'uomo, la donna invece deve tenere in braccio una grossa trota fatta anch'essa di canna intrecciata. Il ballo - di coppia - simboleggia la danza tra l'uomo (la barca) e il lago (la trota). Su una isola di canna intrecciata nel mezzo del Lago Titicaca Alberto, agghindato da "barca andina", balla una danza aymara con una sessantenne boliviana in costume tipico e bombetta mentre questa canta... e Dimitri riprende la scena come un documentarista del National Geographic!
Esaurito lo spettacolo, Ana ci riporta a riva, vogando che neanche i fratelli Abbagnale... risaliamo la riva del lago, mentre ci spiega come uccelli e piante "avvisino" dove e quando è indicato seminare: quando compaiono i fiori gialli è ora di piantare le patate, le infiorescenze di un'altra pianta indicano che è ora di seminare fagioli, mentre se quell'uccello canta, quest'anno sarà meglio non seminare in riva perché le acque cresceranno e rovineranno le colture... un mondo in cui uomo e natura vivono ancora in armonia.
Ana ci mostra le erbe medicinali (anche quella che serve, in formato "mate", ad aiutare le donne a partorire - perché qui le donne partoriscono tutte a casa, l'ospedale è troppo lontano) e le erbe usate per tingere la lana di alpaca e di pecora...
Torniamo nella piazza del paese dove il taxi ci aspetta (con tanto di donna in allattamento caricata nel bagagliaio).
Salutiamo la nostra guida e ce la mettiamo tutta per ringraziarla e per farle capire che per noi è stato un pomeriggio indimenticabile!

6 commenti:

  1. bè, questa gita sarebbe piaciuta anche a me. magari solo per vedere Alberto vestito da andino. comunque Dimitri se la cava sempre con la scusa che deve fare le riprese e le foto. non è giusto, voglio vedere anche lui una volta ballare o fare una cosa tipica con gli abitanti del luogo

    RispondiElimina
  2. bellissima esperienza - ciao

    RispondiElimina
  3. Questa è davvero divertente ed avvincente! Mitici! Silvia( sarebbe bello avere i semi delle piante del matrimonio...)

    RispondiElimina
  4. ciao,
    ... a Copacabana e isla del sol ci siamo stati anche io e Ada (versione turisti motorizzati!) vi consiglio di fare a piedi la dorsale dell'isola (qualche ora a piedi) , visto un fenomeno strano ... un arcobaleno circolare attorno al sole ... la strada fino a la paz me la ricordo bella (prima di La Paz attraverserete una lunga periferia trafficata 'el alto' poi scenderete qualche centinaio di metri fino al centro di la paz
    ...pedalande! ...stefano

    RispondiElimina
  5. Bien venidos a Bolivia! Ricordatevi di contattare suor Cherubina che vi aspetta.
    Ciao uon proseguimento
    Enzo

    RispondiElimina
  6. Que linda experiencia Al !!
    Una vez con Isolde viajamos en un maletero (abierto) desde un pueblito en San Juan hasta Mendoza..jejeje!

    RispondiElimina