Quetena Chico e il Vulcan Ururuncu sollo sfondo |
Dopo la soddisfazione dell'Uturuncu dedicheremo gli ultimi 3 giorni in Bolivia a questo parco per scendere poi a San Pedro de Atacama in Cile.
Stamattina ce la prendiamo comoda per riprendere fiato dopo la fatica di ieri e partiamo alle 9.
Stranamente Dimitri è astenico e riusciamo a fare solo 13 km prima di pranzo (però in mezzo a paesaggi rocciosi molto suggestivi). Pensiamo di fare gli altri 37 km che ci porteranno alla Laguna Colorada nel pomeriggio.
Purtroppo i piani vanno modificati: c'è una inaspettata salita fino al trentesimo km a sfiorare i 4800 metri e poi un infinito campo di lava: un enorme piano di terra battuta scura, dove non cresce nessuna pianta, un paesaggio lunare!
L'ostacolo principale però è di nuovo il vento, sempre
contrario e frontale, è cattivo come non mai: ci lascia pedalare a soli 5 km/ora al massimo sforzo! Cominciamo a pensare seriamente che se invece che da Lima a Buenos Aires avessimo pedalato da Buenos Aires a Lima, il vento sarebbe stato a favore per gran parte del percorso e avremmo impiegato metà del tempo!
Lo sterrato è a "calamina", ovvero ondulato come le lamiere dei tetti: quando la bici prende il ritmo giusto, ci fa sobbalzare sulla sella, temprando ulteriormente (caso mai ce ne fosse stato bisogno), i nostri glutei.
Finalmente arriva la discesa verso la laguna che cominciamo a vedere da lontano e che si ingrandisce mano a mano che ci avviciniamo: dovrebbe essere rossa ma il riflesso del sole al tramonto non ci consente di apprezzarne il colore.
Arrivati quasi all'acqua non troviamo il bivio che ci aspettavamo e decidiamo di piantare la tenda prima che arrivi il buio: per oggi può bastare così; abbiamo sottovalutato la tappa e siamo stati puniti perché non siamo riusciti ad arrivare all'alloggio in cui volevamo arrivare sulle sponde della Laguna Colorada: sulle Ande non ci sono tappe facili!
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