giovedì 6 novembre 2014

Hasta siempre, Comandante!

Un viaggio nel viaggio. Sucre-La Higuera (tragitto più semplice per vedere dove "han matado al Che") sono 600 km, 300 dei quali di sterrato duro, senza cartelli stradali, senza distanze chilometriche in zone disabitate.
15 ore di auto, 5 in più del previsto. E non nascondiamo che ad un certo punto abbiamo cominciato a pensare di non riuscirci. Inoltre si passa per vallate e vallate e vallate completamente disabitate, con paesaggi da far west e temperature veramente torride. Il pensiero, che non ci confessavamo, era: "se qui ci si ferma la macchina (sul cui stato di manutenzione non potevamo certo garantire) ci trovano morti di sete tra una settimana. Abbiamo fatto il tifo per la nostra auto momento per momento ma ci siamo anche sforzati di goderci questi paesaggi sconfinati dove l'uomo non è ancora "arrivato" del tutto.
Prima di girare per La Higuera abbiamo proseguito per Pucara perché in questi casi devi fare i conti (e farli con precisione) con i litri di benzina.
A Pucara doveva esserci il rifornimento ma, arrivati in paese, ci hanno informato che le scorte erano terminate da giorni: ciò significava rimanere là giorni in attesa dei rifornimenti.
Per fortuna abbiamo incontrato un signore che ci ha detto che il gommista aveva qualche litro e per fortuna il gommista ce l'ha venduto.
Torniamo al bivio e prendiamo per La Higuera. Stanno cercando di rendere commerciale anche il posto della morte del Che: la strada si chiama Ruta del Che. Ma non ce la fanno. Arrivare qui è semplicemente massacrante.
La Higuera sono poche case immerse nel silenzio del frinire delle cicale, al sole in un caldo asfissiante.
Così doveva essere quel 9 ottobre del 1967 quando un colpo di pistola ordinato dalla CIA metteva fine alla vita di Ernesto Guevara detto "El Che" e faceva nascere un mito.
L'angolo della scuola elementare in cui è avvenuta l'esecuzione è macchiato di scuro e dentro c'è fresco. Ora è un "museo" dove in realtà ci sono pochi cartelloni che raccontano la storia e molte fototessere di chi viene fino a qui per testimoniare il suo attaccamento al Comandante (non molti, oggi siamo gli unici). Non ci sono fiori perché la vegetazione circostante è di arbusti e fiori da fuori non reggerebbero il viaggio. Alberto strappa la pagina iniziale della sua copia del "Diario del Che in Bolivia" e la usiamo per un messaggio con i nomi nostri e di chi ha chiesto di far arrivare un omaggio.
Il Che, quando è morto, aveva 39 anni. La nostra età. Ci impressiona confrontare le nostre vite alla sua. Ci impressiona anche pensare ad un argentino che muore insieme a compagni di tanti paesi diversi, qui in mezzo alle montagne boliviane, cercando di riscattare un continente. Questa la grandezza del Che e del suo manipolo.
Stiamo a La Higuera solo 30 minuti, perché il ritorno è lunghissimo.
Alla fine dei 150 km di sterrato e sui 150 di asfalto diamo passaggi a boliviani (si usa molto tra i locali): una mamma con due bambini e la nonna, un campesino di 69 anni e un 25 enne.
Nessuno conosce la figura del Che. Nemmeno il 69 enne che al tempo c'era e che da 69 anni guarda la luna per piantare patate, nemmeno il 25 enne che è impegnato a lavorare per la sua ditta che costrisce strade.



9 commenti:

  1. Grazie ragazzi per aver scritto anche il mio nome.
    Hasta siempre Che

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  2. Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.

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  3. Grazie per aver messo anche il mio nome!

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  4. Muchas gracias muchachos! hermoso gesto ...
    Andrea

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  5. In 39 anni ne ha fatte di cose...ho letto che si è anche sposato due volte ed ha avuto 5 figli... meglio non fare paragoni con la nostra misera vita...salvo che non si riesca a riscattarsi nei prossimi 39...eli

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    1. Sposarsi due volte e fare 5 figli non è difficile. Il difficile e' tenere unito il matrimonio ed educare 5 figli

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    2. Hai ragione Marco...nella biografia non era analizzato questo aspetto...e forse se il Che era impegnato su altri fronti, l'educazione dei figli e la vita matrimoniale non erano la sua priorità...eli

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  6. Così pochi anni x un mito smisurato, medico, moto ciclista, rivoluzionario, visionario.... sembra un vostro parente prossimo!! Grandi ragazzi grandi.

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  7. Non pensavo fosse un posto così sperduto e non pensavo che il Che fosse così poco conosciuto. Grazie per il nome. Celina

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