sabato 25 ottobre 2014

Pomeriggio a Munasim Kullakita

Con Riccardo Giavarini
Sei una ragazza di 14 anni, tua madre ti vendeva per denaro e quando sei scappata da tuo padre, in carcere, anche lui ha fatto lo stesso e già che c'era ti ha violato anche lui. Sei finita nei bordelli di La Paz, dove le ragazze più grandi di te ti vedono di cattivo occhio perché rubi loro il lavoro, dove il protettore ti costringe a ritmi serrati, dove hai contratto l'HIV e ora hai scoperto di essere incinta.
Ad un certo punto la sera viene nella piazza, dove tu e le tue compagne comprate il mastice da sniffare per stordirvi prima di andare "al lavoro", un gigante buono, che si chiama Riccardo Giavarini ed è accompagnato "dai suoi". I protettori li odiano ma sanno che non possono toccarli, perché anche Riccardo sa come muoversi e quali tasti toccare nelle gerarchie. Riccardo ti propone di andare domani mattina al centro di ascolto. Le tue amiche te ne hanno parlato bene, dicono che è buono.
La mattina dopo ti prone di sparire dal giro: "vieni a stare alla casa Munasim Kullakita" (in aymarà "sorellina, abbi cura ti te"): ci sono altre ragazzine come te, potrai avere un posto sicuro dove stare, un ambiente protetto dove starai finché vorrai tu, dove si studia (se vorrai potrai arrivare anche all'Università), si lavora (verrai aiutata a trovare un lavoro), ci sono le educatrici, la tua salute e quella del tuo bambino saranno salvaguardate e ti verranno dati gratuitamente i farmaci per l'HIV. Se vorrai c'è anche una psicologa e assistenza spirituale (ok, con quello che ti è capitato non credi in Dio, ma ascoltare non fa male e perdonare aiuta a stare meglio). Ci sono anche attività in comune, compreso uno spettacolo teatrale "La principessa delle Ande".
Riccardo - con cui oggi pomeriggio siamo stati a trovare le ragazze di Munasim Kullakita - dice che, se vedi lo spettacolo, piangi. Nella casa ci sono 18 ragazze seguite a turno da uno di 5 operatori nell'ambito di un progetto promosso da una Fondazione della Diocesi di El Alto di cui lui è responsabile (è stato un quadro di Progetto Mondo MLAL ma ora lavora autonomamente).
Non sempre le storie sono a lieto fine: qualche giorno fa una ragazza di 14 anni - HIV positiva - ha perso il suo bambino stroncato da un raffreddore perché immunocompromesso; così una mamma di 14 anni, violata, sola e malata ha perso anche l'unica cosa bella che le era capitata.
Grazie al supporto costante e all'affetto che ricevono queste bambine sono serene e quando ci vedono ci coinvolgono nelle loro attività di gruppo e ci fanno mille domande sul perché siamo qui e che gusto c'è nel viaggiare in bici. E quando diamo loro il pacchettino di cioccolatini che abbiamo portato, ci fanno festa.
Tutto l'ambiente intorno cerca di supportarle nello sperare che, nonostante il male immenso che è capitato loro nei primi anni di vita, è possibile che il futuro riservi qualcosa di buono; qualcuno che vuole loro bene, un titolo di studio, un lavoro, una famiglia.
Nel viaggio di ritorno Riccardo ci riferisce che per ristrettezza di fondi non possono accogliere altre 20 ragazze che sarebbero disponibili a "sparire dal giro". Il progetto così com'è costa oltre i 100.000 euro e i finanziatori sono sempre meno.
Nei prossimi giorni vi faremo sapere come eventualmente partecipare al finanziamento.
Terminiamo la serata a mangiare di nuovo street food, ma questa sera non siamo in vena di scherzare e mangiamo in silenzio. Oggi abbiamo visto molta sofferenza in persone giovanissime ma anche l'attività intensa di persone che con pazienza e costanza cercano di riparare il male fatto, senza distinguere tra vittime e carnefici perché quando il male succede siamo tutti vittime.
 per dare il proprio contributo è possibile:
- disporre un bonifico sull'IBAN IT07J0501812101000000511320 (Banca Etica) a favore di Progetto Mondo MLAL - CAUSALE: "PEDALANDE - MUNASIM KULLAKITA
- donare con carta di credito cliccando https://mlal.fundfacility.it/?cam_rid=244
CAUSALE: "PEDALANDE - MUNASIM KULLAKITA

6 commenti:

  1. Complimenti per i bei racconti e le belle parole. Buon proseguimento!Sono curioso di vedere i 6000 metri ed il deserto, ma siate prudenti!

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  2. purtroppo . purtroppo . la mancanza di un reddito porta a situazioni miserevoli nel vero senso della parola ....................................................Victor Hugo ha scritto tanto ..

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  3. Grazie cari Alberto e Dimitri per questa dolorosa testimonianza e per lo squarcio di luce e speranza che da essa ne deriva, grazie all'impegno di Riccardo e del suo gruppo. Un forte abbraccio a voi e alle ragazze e ragazzi di casa Munasim Cristina

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  4. Alberto, ho conosciuto Giavarini in occasione di un progetto a Potosi con i minatori del Cerro Rico 10 anni fa. Come regione veneto e uls22 abbiamo finanziato ambulatori alle Boca de Minas, con corsi di primo soccorso realizzati da COOPI. Ci dovrebbero essere ancora con i loghi della regione e ulss, caso mai passate anche di là. Salutami Giavarini, se si ricorda. Ciaoflavio

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  5. La tenerezza con un pó di fede cambia le persone, le strutture e la storia

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  6. Ciao ragazzi, giusto ieri è arrivata una mail di Giavarini che informa del vostro passaggio. Siamo stati da lui in aprile e ci siamo fermati due settimane con le ragazze del Munasim Kullakita, dormendo li al centro e condividendo tutto... è stata un'esperienza che ci ha toccato in profondità... e leggere quello che avete scritto da poco ci riporta a galla tutto il vissuto (visibile su www.manutoniinviaggio.wordpress.com).
    Grazie per questa ulteriore testimonianza e per condividere con noi il vostro cammino. Antonio e Manuela

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