lunedì 29 settembre 2014

Due missili nella notte



Qualche giorno fa Anna, che ci da supporto tecnico da casa, ci aveva detto che Ayacucho è gemellata con Verona. Ieri era domenica ed il municipio era chiuso ma oggi ci siamo recati dal sindaco.
Una gentile segretaria ci ha riferito che il sindaco si sarebbe liberato dopo le dieci e - dato che noi non potevamo aspettare - ci avrebbe ricevuto il Segretario Generale! Considetate che Ayacucho è grande come Verona!
Il Sig. Jose Luis Tomateo Gallardo, Segretario Generale di Ayacucho, in giacca, cravatta e gemelli, ci ha ricevuto in un bel salottino, ci ha raccontato le feste della città e ci ha fatto dono di due gigantografie di Ayacucho antica (che abbiamo chiesto ci vengano spedite in Italia). Che bello trovare amici che non sapevi di avere, dove non pensavi di trovarne!
Ci siamo fatti fare una bella foto nelle piazza principale con il Segretario e siamo ripartiti in direzione Abancay (3-4 giorni di viaggio).
Sapevamo che la tappa di oggi sarebbe stata dura e abbiamo studiato attentamente le cartine e chiesto informazioni!
Sapevamo che la parenza era a 2761 e che si passava a 4240 prima e a 4400 dopo. Ma tutte le nostre fonti - compreso il Segretario Generale - dicevano che poi era "pura bajada" (discesa pura).
Ma le cose non erano così (naturalmente). Dopo i 1700 metri di dislivello c'è l'altopiano! E l'altipiano è piano, a 4100 metri e non scende!
Morale della favola ci siamo trovati alle 17 con 1 ora di luce a disposizione, sull'altipiano, a 3,2ºC, senz'acqua da bere, con buio in arrivo mentre il cielo nero sopra di noi minacciava pioggia e già si vedevano in lontananza fulmini e temporali. Piantare la tenda non sarebbe stato un problema, potabilizzare l'acqua degli stagni nemmeno. Per il freddo siamo attrezzati. Fare tutto questo sotto la pioggia e al freddo sarebbe stato fastidioso ma il problema vero era che non siamo acclimatati per dormire a quelle altitudini perché negli ultimi giorni abbiamo sempre dormito sotto i 3000. L'altopiano è durato 42 km, 30 più del previsto. Nonostante avessimo concordato tra di noi le 17.30 come l'ora limite dopo la quale accampare, abbiamo tirato oltre senza farci scoraggiare dalla piana infinita (che poi sono lunghi su-e-giù di cui non vedi mai la fine) quando ormai il sole era ben sotto l'orizzonte abbiamo raggiunto il punto di inizio della discesa. Grazie alla pendenza, al fatto che la strada era deserta, ben asfaltata e dotata di linea bianca continua laterale, ci siamo lanciati in 20 km di discesa a missile nell'oscurità mentre là all'orizzonte le Ande meravigliosamente colorate di blu dal crepuscolo salutavano le ultime luci del giorno... fino a raggiungere il primo paesino, Ocros, a 3200 m, dove le strade non sono asfaltate e dove un grosso secchio di acqua calda ci aspettava come doccia.



7 commenti:

  1. ...ma se vi siete comprati il mega sacco a pelo che va fino a -20°. dove è il problema? qualcuno diceva, tempo fa, "non c'è buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento".

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  2. Che faticaccia...complimenti...Eli

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  3. Ciao Alberto - e Dimitri - sto seguendo appassionatamente la vostra pedalata e mi sorprende leggere emozioni e descrizioni identiche da un lato a quelle che mi ha ispirato l'Africa nei miei viaggi, dall'altro ad alcune descrizioni di Bonatti soprattutto quando parla della fatica in alta quota. A breve parto per il Congresso, a quota 0 slm, ma tra un ruolo unico e un'h24 non mi dimenticherò di seguire giornalmente le vostre avventure. Buon proseguimento! Alessandro D.

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  4. Ah quel tipo di missili.... fiuuuuu :)

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