Salutiamo Julian (che deve tornare indietro a Puerto Chuvica a vedere se ritrova il fornellino che ha dimenticato là) e partiamo. A sud del Salar di estende una sconfinata piana di terra. Noi saliamo lungo il pendio che lo limita a est e godiamo di una vista spettacolare in mezzo a enormi cactus molto strani: sembrano gonfi, tipo omino Michelin .
La strada anche oggi sarà tutta sterrata ma con agilità copriamo i 30 km che ci portano a San Juan. Arriviamo presto, alle 11, e oggi abbiamo "solo" altri 35 km. Così decidiamo di fermarci qualche ora: ci hanno parlato delle "mummie" di San Juan... chiediamo e ci indicano una casetta alla base della montagna. In realtà si tratta di una necropoli dove i morti venivano inumati in cavità situate in roccie vulcaniche che spuntano dalla sabbia del deserto. Non capiamo bene a quando risalgono e speriamo non siano i resti dei ciclisti che hanno tentato - come noi - la traversata del Deserto del Lipez.
Troviamo anche un Hostal/Ristorante dove ci permettiamo un pranzo di vera cucina boliviana. Davvero sorprendente.
Partiamo quindi alla volta di San Augustin, dove contiamo di passare la notte.
La prima metà del percorso passa in una maestosa landa desolata che termina con l'attraversamento della linea ferroviaria che va a Uyuni: impressionante, un treno che passa in pieno deserto.
La seconda parte del percorso è invece vero deserto di sabbia e il Lipez ci mette subito alla prova: dobbiamo scendere e spingere perché al massimo della forza la ruota posteriore fende la sabbia come un aratro, solo che in trazione non c'è la coppia di buoi ma le nostre gambe sui pedali.
Arriviamo al paese al tramonto e per fortuna troviamo subito un alloggio per la notte con doccia formato catino scaldato direttamente sul fuoco.
Una cosa è certa: domani andiamo verso Zoniquera, non riusciamo a capire quanti chilometri sono da qui (tutti ci dicono cose diverse). Se la sabbia è tanta potremmo decidere di interrompere la linea continua da Lima in giù. Spingere per molti chilometri la bici di 50 kg nella sabbia è massacrante più che pedalare contro vento.
Nessun commento:
Posta un commento