A zonzo in bici sulle Ande, da Lima a Buenos Aires (attraverso Perù, Bolivia, Cile,Argentina).
martedì 14 ottobre 2014
Zuppa di quinoa sul prato dorato
Cosa ci fanno tre italiani in una valle d'erba dorata dal sole a Macarì a oltre 4000 metri d'altezza a molti chilomentri di distanza dalla strada più vicina a mangiare seduti per terra in mezzo al prato una ottima zuppa di quinoa con due donne campesine? Andiamo con ordine.
Vanni è riuscito a farsi prestare da una delle cooperative con cui Progetto Mondo MLAL collabora una camioneta (un fuori strada). Dopo una buona colazione, recuperiamo la camioneta e partiamo in compagnia di Yoni, 50 anni circa, donna imprenditrice della quinoa. La direzione è Macarì, un paesino raggiungibile solo con 20 km di strada sterrata dove arriviamo in circa 40 minuti e che superiamo dirigendoci in una vallata remota dove la strada si fa dissestata.
Arriviamo alla casa in fango della mamma di Yoni, dona Julia, che ci aspetta con Ollianta (un bel cagnone, coccolone, un po' avanti negli anni): è una signora di 74 anni vestita in abito tipico che abbandona il lavoro del campo per accoglierci con un bel sorriso. E' curiosa di sapere da dove veniamo e perché giriamo in bici per il Perù, trovando piuttosto bizzarro che qualcuno sia disposto a simili inutili fatiche.
Yoni ci fa una piccola lezione sul ciclo della quinoa (la granaglia più tipica delle Ande): ci parla delle varietà di quinoa (30), della resa della semina (10 kg di seminato possono dare fino a 1000 kg di raccolto se la stagione è buona e senza aiuti chimici), dell'alternanza delle colture, delle procedure di trattamento del raccolto; ci fa vedere come si semina "al voleo" (al volo) su terra arata e dissodata e "al surco" (sulla terra preparata in solchi). E' una lezione dimostrativa perché tutti i terreni in realtà sono stati già seminati (e ci sono già anche le prime piantine) perché è imminente l'arrivo della stagione delle piogge. Dopo la lezione... la pratica: Alberto semina "al surco" due bei filari di quinoa e poi passa con bastone di legno per rivoltare la terra sui semi appena depositati; Dimitri filma. Tra sei mesi, se la stagione sarà buona, si vedrà se Alberto ha imparato bene a seminare quinoa.
Dopo la fatica ci vuole il ristoro. Yoni tira fuori un pentolone di pesq'e (una zuppa di quinoa con formaggio), un piatto tipico che non si trova in nessun ristorante, anche perché - purtroppo - la tendenza è quella a coltivare quinoa per l'esportazione e mangiare riso.
Ci sediamo tutti in cerchio nell'erba e Ioni ci serve dei bei piattoni che mangiamo volentieri anche se sono le 11.30... si sa la vita dei campi mette appetito!
Dona Julia ci parla della sua famiglia, dei suoi 9 tra fratelli e sorelle e di come sia sempre vissuta dove l'abbiamo incontrata. Vorrebbe rivedere la sorella Patricia di cui sa solo che sta a Lima e che lavorava in un ospedale della capitale. Incarica Vanni - che tra qualche giorno sarà là - di cercarla per lei: Vanni farà il possibile ma è molto più difficile che trovare il proverbiale ago nel pagliaio.
Scattiamo una foto tutti insieme e ripartiamo. Tornati ad Ayaviri, Yoni ci porta a vedere lo stabilimento di lavorazione della quinoa: è poco più grande di un garage e non hanno avuto l'autorizzazione del comune, ma se qualcuno dà loro una mano a ristrutturare lo stabile (Dimitri dice che non ci vorrebbe molto) ci riproveranno.
Ci fa dono di diversi sacchetti di quinoa per il viaggio e tutti insieme andiamo ai banchetti della piazza principale a mangiare il famoso "kankacho" di Ayaviri... agnello al cumino cotto in forno di terra, con patate lesse accompagnate da sugo piccante.
Salutiamo Yoni e la ringraziamo. Andiamo al terminal dei bus a prendere i biglietti per Arequipa, dove domani incontreremo Alessia e moroso che ci hanno invitati tramite il blog e da cui partiremo per il trekking al Colca Canyon. Poi torneremo ad Ayaviri per continuare sulla nostra linea.
Intanto chiudiamo la serata con linguine in ragù d'alpaca cucinato da Vanni... ottimo.
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Ricapitolando: pranzo alle 11.30 quinoa e formaggio; cena nel pomeriggio con agnello e patate! E tutto in una giornata senza uso dei pedali! Non potreste distribuire meglio i viveri per i giorni in cui non avrete nulla da mangiare? Forse fate come gli orsi: mettete via le riserve x l inverno!!! D'accordo con Mpc!
RispondiEliminaSilvia
mi pareva strano che non si ingozzassero come oche anche lì. lo vorrei anche io un cappellino.e lilla/viola anch'io. oppure azzurro/blu. dimitri, basta che sia intonato a una delle mie giacche a vento!
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminaAl Colca..........i Condor!!!!!!!!!!!
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