Accidenti! Ci siamo addormentati! Sono le 5.45, dobbiamo fare le borse, colazione e prepararci! Alle 6.30 arriva Aurelio che da buon ciclista ci accompagna nella risalita da La Paz a El Alto. Dimitri si trasforma in DisuFast è siamo pronti. La Paz è una grande ciotola dal fondo piano e dalle pareti ripide. Tutta piena di case. Noi partiamo dal fondo e dobbiamo risalire al bordo dove c'è la grande periferia di El Alto. Per farlo o prendi le pareti di fronte con pendenze del 50% o scali in costa. Per noi opzione numero due. Riprendiamo l'autopista che avevamo sceso al nostro arrivo e, respirando le marce basse delle migliaia di auto che passano il lunedì mattina, arriviamo a El Alto in un'ora e 20 di areosol. Lungo il percorso ammiriamo i cartelloni della Entel (la maggiore compagnia telefonica boliviana) con una bambina che guarda verso il cielo e dice: "Tu ci hai insegnato a credere" - "Grazie Satellite Tupac Katari"! Ok per la pubblicità blasfema, ma almeno le linee Entel funzionassero. Abbiamo la scheda Entel sul nostro cellulare e internet non va nemmeno a La Paz centro!
Arrivati ad El Alto salutiamo Aurelio che ci regala mele secche e marmellata e ci fa assaggiare un integratore speciale per i ciclisti boliviani: carne di lama disidratata in cubetti! Niente male!
I successivi 100 e passa chilometri sono "aburridi", noiosi... è tutto un su e giù sull'altopiano senza attrattive (alla fine sono 1000 metri di dislivello). Ma il vero problema è che in realtà pedaliamo su una specie di autostrada in costruzione. In Bolivia si stanno facendo grandi opere pubbliche (che - qualcuno dice - fruttano grandi tangenti), di cui non ci sarebbe proprio bisogno: infatti qui la strada - che pure collega le città più importanti del paese - è poco trafficata. Noi abbiamo sempre una delle due carreggiate a nostra completa disposizione ma i mezzi con cui lavorano gli operai della strada alzano gigantesche nuvole di polvere. Così arriviamo a Sica Sica dopo 120 e passa chilometri con un bello strato di sedimenti nei polmoni! In paese troviamo alloggio nella peggiore bettola mai incontrata fino ad ora ma almeno la doccia è calda... domani tappa di avvicinamento a Cochabamba, che dista ancora 250 km, con pernottamento in tenda.
Arrivati ad El Alto salutiamo Aurelio che ci regala mele secche e marmellata e ci fa assaggiare un integratore speciale per i ciclisti boliviani: carne di lama disidratata in cubetti! Niente male!
I successivi 100 e passa chilometri sono "aburridi", noiosi... è tutto un su e giù sull'altopiano senza attrattive (alla fine sono 1000 metri di dislivello). Ma il vero problema è che in realtà pedaliamo su una specie di autostrada in costruzione. In Bolivia si stanno facendo grandi opere pubbliche (che - qualcuno dice - fruttano grandi tangenti), di cui non ci sarebbe proprio bisogno: infatti qui la strada - che pure collega le città più importanti del paese - è poco trafficata. Noi abbiamo sempre una delle due carreggiate a nostra completa disposizione ma i mezzi con cui lavorano gli operai della strada alzano gigantesche nuvole di polvere. Così arriviamo a Sica Sica dopo 120 e passa chilometri con un bello strato di sedimenti nei polmoni! In paese troviamo alloggio nella peggiore bettola mai incontrata fino ad ora ma almeno la doccia è calda... domani tappa di avvicinamento a Cochabamba, che dista ancora 250 km, con pernottamento in tenda.
Soy Edit de Colomi, por favor comuníquense con migo para saber a que hora llegan a Cochabamba - Quillacollo. para que los pueda acompañar a casa de Anna Maria Bertoldo. Buen viaje y hasta mañana.
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