lunedì 3 novembre 2014

La giornata più lunga



Dopo colazione con Padre Enrique (Suor Cherubina e le altre sorelle stanno ancora riposando perché sono le 6 del mattino) e i saluti ripartiamo: ieri è stata un altra giornata indimenticabile e dobbiamo ringraziare Enzo Agnelli e gli Amici della Bolivia per averci fatto conoscere questi religiosi che con così tanta energia lavorano a Vacas.
Stamattina ci aspettiamo 7 chilometri di ciotolato ma in realtà ne troviamo 55!
E' un agonia... procediamo a 5 km/h perché i primi 25 km sono anche in salita.
Dimitri inventa anche una marcia funambolica sul cordolo di cemento che delimita la carreggiata (10 cm di larghezza dove noi passiamo in equilibrio con due ruote di 5 cm di larghezza) e la cosa allevia lo sforzo.
Se non altro la giornata è spettacolare: non c'è una nuvola in cielo e pedaliamo nel profumo degli eucalipti e dei pini che sono al lato della strada.
La discesa è in buona parte su ciotolo che ci frulla perbene e mette a dura prova le bici e tutta l'attrezzatura (non c'è niente di più dannoso delle vibrazioni per le borse e il loro contenuto): per fortuna dopo 30 km arriva un po' di sterrato e poi l'asfalto che ci porta a Mizque: entriamo in paese e decidiamo di mangiare qualcosa da "Dona Sonia"... in realtà non è un comedor ma uno spazio sotto una grande tettoia di lamiera dove stanno ancora festeggiando i defunti... ci fanno accomodare e ci offrono riso, patate, carne mista e due bei bicchieroni di chicha (bevanda di mais fermentato, leggermente alcolica, di cui sono tutti già un po' ubriachi) che stavolta non riusciamo a rifiutare! Siamo ospiti e non vogliono che paghiamo!
Dopo aver ringraziato, ci portiamo nella piazza principale dove integriamo il pranzo con i panini di Suor Cherubina e una Fanta. Mizque è a 2200 metri e fa un caldo torrido... (a fine giornata conteremo 3,25 litri di Fanta, 2 litri d'acqua, 1/2 litro di Coca Cola e 1/2 litro di isotonica, per un totale di oltre 6 litri di liquidi a testa).
Ora ci aspetta la strada da Mizque ad Aiquile, di 40 km, che dovrebbe essere piana a quanto ci avevano detto ma non lo è: è tutto un su e giù con delle signore salite, in luoghi disabitati, il vento contro e 38 gradi sotto il sole. Il tutto accompagnato da un suono metallico prodotto dalle cicale locali che sembrano un industria di laminati: davvero sinistro.
E' c'è anche un "premio": gli ultimi 20 km sono di sterrato.
All'inizio dello sterrato incontriamo Deivis un ragazzo boliviano dell'ultimo anno delle superiori: abita a Mizque ma va a scuola ad Aiquile e percorre la distanza tra i due paesi in bici tutti i fine settimana (oggi in Bolivia è festivo perché è il giorno dopo i morti): conosce la strada molto bene e ci fa da guida nei chilometri di sterrato; è un ragazzo molto in gamba e ha le idee molto chiare: terminate le superiori si arruolerà nell'esercito boliviano e accederà alle borse di studio per l'Università riservate ai migliori soldati.
Arrivati ad Aiquile (con la lingua tra le ruote, dopo quasi 10 ore di pedalata - tappa più lunga del viaggio per ora), Deivis ci indica anche dove possiamo alloggiare.
Domani ci avvicineremo a Sucre (che raggiungeremo in due giorni): da Sucre partiremo in auto a noleggio per andare a La Huigera, nella cui scuola elementare nel 1967 è stato ucciso Ernesto "Che" Guevara: chi vuole che poniamo un fiore a suo nome ce lo faccia sapere!

6 commenti:

  1. Un fiore per il Ché, gracias
    Andrea

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  2. Un fiore per il Ché anche da parte mia
    grazie e buon proseguimento
    Enzo

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  3. Anche da parte mia...se lo merita...eli

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  4. Se trovate abbastanza fiori, anche uno da parte mia. Grazie e ancora buona strada. Celina

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  5. Enzo Agnelli ci ha lasciato, facendo quello in cui cedeva fermamente. Ciao Enzo e grazie.

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